Guarda al passato per anticipare il futuro

auguri buon 2019

Qualche mese fa ho deciso di iscrivermi a diverse newsletter provenienti dal mondo della Silicon Valley, per capire meglio le linee evolutive del prossimo futuro in tema di tecnologie, marketing, social media e business.

Su questi temi gli USA arrivano prima di noi italiani, mediamente di 12-18 mesi ma la finestra temporale si sta riducendo.
Per questo motivo credo che riassumere i top trend californiani del 2018 sia utile per noi, per avere un’idea di dove stiamo andando, di cosa rinforzerà nel prossimo futuro e cosa, via via, perderà di importanza.

Fare investimenti nell’innovazione costa, avere una ragionevole certezza sul ramo scelto è doveroso, soprattutto per noi piccole imprese.

Ho diviso le mie letture in cinque grandi argomenti, i link di approfondimento sono in inglese, per forza di cose, ma questo riassunto è tutto in italiano.

Siti di qualità, responsive e veloci.

Gli acquisti avvengono sempre più da mobile perchè le persone stanno imparando a fidarsi delle nuove tecnologie; se prima avvenivano solo da desktop ora sempre più si aggiunge il mobile per chiudere la transazione (e non solo più per informarsi).
Questo obbliga tutti noi a rivedere la nostra presenza on line: se ci trovano ma non riescono a navigare il nostro sito da smartphone verremo subito etichettati come vecchi, poco attenti e di scarsa qualità. E, per transizione, anche i prodotti che offriamo verranno visti allo stesso modo, agli occhi dei nostri potenziali clienti siamo un tutt’uno.

Un secondo punto, non meno importante, è la velocità di caricamento: in media, a livello mondiale, un sito ci mette 15 secondi a caricare, peccato che noi siamo disposti ad aspettare massimo 3 secondi, dopodichè chiudiamo e passiamo ad altro.
Cosa vuol dire? Vuol dire che la maggior parte di noi è convinto di avere un sito mentre in realtà non ha nulla, perchè nessuno aspetterà con pazienza, soprattutto da mobile.
Per approfondire, puoi leggere qui.

Ricerche on line, vocali e in linguaggio naturale.

L’uso dei motori di ricerca è diventato sempre più un atto quotidiano, anche in Italia sono sbarcati gli assistenti vocali e i nuovi termini ricercati su Google diventano sempre più legati agli eventi e alle persone del nostro quotidiano, per capire e informarsi.

Qui trovi l’elenco delle nuove parole più cercate nel 2018 rispetto al 2017, in Italia ma anche in ogni altro paese del mondo. E quel che è più interessante è che queste parole sono estratte da frasi sempre più complesse perché le persone non digitano più “notizie Cristiano Ronaldo” ma espressioni del linguaggio naturale tipo “come è finita con Cristiano Ronaldo?”.
Ecco perché sempre più aziende rivedono i testi dei loro siti web in ottica più amichevole e colloquiale, più simile alla naturale comunicazione tra essere umani (per approfondire, puoi leggere qui).

Un’ultima curiosità sulle ricerche on line che sono sicura arriverà anche in Italia: stanno crescendo velocemente le ricerche del tipo “look alike” cioè “che sembri come”. Nell’uso del linguaggio naturale on line sono aumentate le ricerche del tipo “piastrelle che sembrino legno”, “mobili nuovi che sembrino antichi”, “arredamento che sembri di design”.
Per approfondire, puoi leggere qui.

La pubblicità annoia prima ancora di essere vista.

Si stima che un consumatore sia esposto mediamente fino a 10.000 messaggi al giorno legati a brand e marchi più o meno noti (qui il link).
Questo fa sì che la pubblicità fine a se stessa è sempre meno tollerata, per attrarre l’attenzione in mezzo alla miriade di informazioni da cui siamo bombardati serve qualcosa di più alto, con dei valori, che ci coinvolga in più di un modo.

Non basta più un post sponsorizzato su Facebook o un annuncio AdWords per catturare l’attenzione dei potenziali clienti. Servono vere e proprie campagne di comunicazione, create, ragionate e curate nei minimi dettagli; soprattutto se non hai il budget pubblicitario di Dior, devi compensare con lo studio, l’analisi e la preparazione precedenti il lancio.

I racconti di chi ce l’ha fatta ci hanno abituato a pensare che, provando a tentoni prima o poi si ottenga il successo. Continua ad essere un metodo molto economico, è vero, ma diventa sempre più rischioso: di bruciare un’idea potenzialmente meravigliosa, di vederla incompresa, derisa, o peggio ancora, copiata da un concorrente nel giro di un mese.

Lo specialista di prodotto non basta (più).

Fino a qualche anno fa, chi investiva in uno specialista (AdWords, Facebook, SEO, ma anche un grafico, un copy o un fotografo d’eccezione) poteva ben sperare di ripagarsi in breve tempo la spesa e di veder incrementare il proprio fatturato.
In un mercato con pochi competitor, bastava esserci (con un sito ben fatto o una pagina Facebook accattivante) per farsi conoscere a nuovi potenziali clienti.

Ma la concorrenza continua ad aumentare e l’asticella si è alzata: per riuscire ad arrivare alle persone serve un’idea multisfaccettata del nostro modello di business, di cosa proponiamo e a chi, di dove raggiungerli e come relazionarsi con loro.
L’intervento del singolo specialista è ancora fondamentale, ma solo all’interno di una più ampia strategia, di business e di comunicazione insieme.
Lavorare prima sul modello è un investimento che funziona, anche se con ritorni più lunghi nel tempo, meno immediati; meglio iniziare ora: prima cominci e prima ne trarrai beneficio.

A riprova di quanto detto, anche gli strumenti specialistici stanno andando in questa direzione, di una fusione per verificare efficacia e coerenza complessive, e non di un solo pezzetto alla volta. Google davanti, e dietro tutti quanti.

Serve un quadro di comando omni-comprensivo.

E non a caso, nella nuova piattaforma di marketing, Google ha messo dentro anche Data Studio, una app appena uscita dalla fase di test e subito resa disponibile a tutti.
Google Data Studio ci permette di usare i dati che gli mettiamo a disposizione per trarre informazioni utili alla nostra crescita aziendale, facendo di fatto da micro-sistema di Business Intelligence anche per le imprese più piccole.
Proprio perché non possiamo più limitarci a guardare un singolo spicchio, cambia troppo velocemente per capire come sfruttarlo; dobbiamo concentrarci sul quadro d’insieme e sulle sue linee evolutive generali, un po’ come abbiamo fatto oggi con questo riassunto.

Spero di aver ridotto al minimo gli inglesismi, partire da articoli in inglese non aiuta, ma se c’è qualcosa di poco comprensibile scrivimi, sai che apprezzo la chiarezza e la comprensione sopra ogni cosa.

Buon 2019!

 

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